trio
In campagna... 5. Nuovi arrivi
di Calaf
18.08.2016 |
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"Silvia si chiude in bagno, il respiro grosso..."
Passano altri tre giorni, si avvicina il tempo della vendemmia.Pia dovrà presto tornare alla casa da cui manca oramai da un mese e più, però non sa decidersi, non sa staccarsi da quella vita che tanto le piace, nessuna preoccupazione se non quella di godere dei due stalloni.
Con un preavviso di appena 24 ore giunge alla fattoria la figlia maggiore di lei, Silvia, insieme al suo fidanzato.
E’ stato il padre a mandarla, a verificare perché la madre tarda tanto a rientrare, a aiutarla se avesse bisogno.
Abbraccia lo zio, conosce Maria e i suoi figli, presenta il suo fidanzato.
Rimane stupita quando lo zio assegna loro una camera unica, con due letti, e la madre non dice nulla. Pensava li facessero dormire separati, tanto per salvare le apparenze, non si aspettava tanto disinteresse.
Pia infatti nemmeno ci bada, oramai le precedenti regole che si era e aveva imposto, le paiono obsolete, inutili. E’ profondamente cambiata dentro di se. Quasi egoisticamente ha solo il timore che la presenza della figlia impedisca le sue quotidiane attività sessuali.
Silvia è contenta di rivedere la madre, la trova splendida, dimagrita, con un’espressione radiosa in volto che non vedeva da tempo. E’ più bella. In effetti tutti e cinque gli occupanti della fattoria le paiono belli. Lo zio lo ricordava quando doveva diventare prete, ora la vita e il lavoro in campagna l’hanno irrobustito, gli hanno fatto mettere su muscoli quasi quanto i figli di Maria che lei guarda con ammirazione. La stessa Maria le pare bella come la madre, di quella bellezza sana, paciosa, di donna vera, realizzata. Tutti le paiono stanchi, pensa a causa dei pesanti lavori agricoli, ma tutti hanno l’aria felice.
Il meno felice è il fidanzato di lei, Fausto, 25 anni, che teme la concorrenza di quei tre bei giovanotti. Non dello zio magari, ma gli altri due li sente istintivamente rivali, ha notato lo sguardo di ammirazione di Silvia. Di fatto fisicamente sono messi meglio di lui che studia. Abbronzati e sorridenti vorrebbe non fossero lì ma deve farsene una ragione.
La notte fanno l’amore Silvia e fausto. Approfittano dell’occasione nemmeno sperata e lo fanno con attenzione, in silenzio. Silvia scoppia a ridere sentendo invece poco distante i gemiti e urletti tipici del sesso. Dovrebbe essere la camera dello zio e se l’immagina, il prete mancato, che cavalca con gioia ….. chi? Sicuramente Maria, o forse una donna arrivata senza che lei la vedesse?
E’ curiosa ma già Fausto le è di nuovo sopra, la monta con forza fino al comune orgasmo.
Silvia si alza e lascia lui a addormentarsi per andare nel bagno in comune in fondo al corridoio. Passando davanti la camera dello zio è quasi tentata di sbirciare, vedere chi sia la donna. Non fa in tempo a decidere, la porta si apre e esce lo zio. Lei vede sul letto Maria, ma soprattutto vede lui, nudo, l’affare che gli penzola tra le cosce.
Silvia si porta la mano alla bocca, per la paura, per la vergogna e per la sorpresa. Sì perché lo zio è ben dotato, sicuramente meglio di Fausto.
Emilio è pure sorpreso, stava andando anche lui in bagno. Si copre con una mano e le indica di andare prima lei un pochino imbarazzato, poi torna in camera a prendere dei pantaloncini.
Silvia si chiude in bagno, il respiro grosso. Ha avuto la risposta che cercava e anche altro, inaspettato. Espleta le sue funzioni e torna in camera incrociando ancora Emilio che aspetta in corridoio. I suoi occhi vanno subito all’inguine, ora coperto, a cercare qualcosa che forse ha solo sognato. Vede che lo zio ha notato la direzione dello sguardo, arrossisce e fila in camera il cuore ancora a mille. Fausto sta dormendo. Peccato, perché Silvia avrebbe fatto volentieri ancora l’amore con lui. Si sdraia al suo fianco e si addormenta pensando a quella visione improvvisa.
Al mattino seguente Silvia e Fausto, guidate dallo zio, fanno il giro della fattoria. Emilio illustra le colture, i suoi progetti, i lavori che stanno facendo. E’ orgoglioso della sua opera, aspetta con ansia la vendemmia per un vino che ritiene sarà eccezionale.
Tornano a casa affamati come lupi e Maria è ben contenta di vederli far onore alla sua cucina.
E’ il terzo giorno che Silvia è alla fattoria, nel pomeriggio partirà con Fausto per tornare a casa, per raccontare al papà la situazione. Pia vuole rimanere ancora, le ha spiegato che ci sono alcune questioni riguardanti l’eredità, cose tecniche, da risolvere. Falso, lei e Emilio si sono accordati in fretta, da veri fratello e sorella, senza avidità, tenendo conto anche dell’altra sorella che si fida di loro, ma Pia vuole approfittare degli ultimi scampoli di quella che ritiene un’ultima vacanza dalla vita reale. Emilio mente per coprirla. Lui e Pia non si sono parlati, non ne hanno avuto bisogno, entrambi sanno e sanno che l’altro sa. E’ bastato un cenno del capo. Nessuna spiegazione, nessun commento, nessuna ipocrisia. Complicità.
Silvia girovaga per la fattoria, ha lasciato Fausto a navigare col suo tablet, lei preferisce l’aria aperta, curiosa di un mondo, quello agricolo, che conosce appena.
Sente il verso degli animali dalla stalla, vi si dirige, vuole veder meglio da vicino le mucche, i maiali. Entra dalla porta anteriore e vede Alfredo di spalle, appoggiato alla parete di un box. Sta per salutarlo quando vede qualcosa di strano. L’estremità di due gambe femminili sporgere dal cancelletto. Si sposta di lato, si avvicina per vedere. E’ chiaramente una donna in ginocchio. Arrossisce intuendo cosa stia facendo. Si avvicina ancora. Sbianca in volto a bocca aperta. Quella in ginocchio è Pia, sua madre. Sta succhiando il cazzo di Alfredo a occhi chiusi, non si accorge della figlia, e nemmeno lui che sempre a occhi chiusi, la testa tirata indietro, si gode la carezza di quelle labbra.
Silvia indietreggia, si appoggia a un muretto vicino la porta. Vede le spalle di lui sussultare, lei deglutire vistosamente. Anche lei l’ha fatto a Fausto e ai suoi precedenti ragazzi, ma mai con la passione, la dedizione che le pare ci stia mettendo sua madre.
Esce dalla stalla e va verso la casa, si chiude in bagno e pensa, quasi piange. Non sa che fare. Razionalizza e decide di tacere col padre questo fatto, presto Pia tornerà a casa e la fattoria sarà solo un ricordo.
A pranzo mangia a testa bassa, non riesce a guardare gli altri. Accusa un leggero mal di testa per giustificarsi e poi vola in camera a terminare le valige.
Quando scende, pronta per la partenza, lo zio invita lei e Fausto a tornare per la vendemmia che sarà tra breve. Solitamente si chiamano braccianti giornalieri, studenti, giovani, tutta gente anche senza esperienza, il lavoro non è poi difficile, desiderosa di guadagnare qualcosa. Perché non farlo anche lei? E lui sarebbe contento di rivederla.
Pia ne approfitta per dirle che resta ancora, che magari tornerà con lei dopo la vendemmia. Che la aspetta.
Silvia e Fausto partono tra i saluti allegri di tutti.
Due settimane volano in fretta. Silvia ha raccontato al padre quel che ha potuto, omettendo l’ultima parte su Pia e Alfredo. Istintivamente ha preso le parti della madre confermando che ci sono problemi da risolvere e che comunque dopo la vendemmia Pia tornerà.
Il padre fa buon viso a cattivo gioco, esorta anzi la figlia a andare per la vendemmia e riportare a casa la madre.
Silvia ha deciso. Lo farà, anche se Fausto non potrà accompagnarla per problemi in facoltà.
Saranno pochi giorni in fondo. Così un mattino, alla guida della sua vecchia panda, torna alla fattoria accolta festosamente.
Il lavoro è duro ma anche divertente. Sono tanti quelli che lavorano insieme, ragazzi e ragazze, tutti giovani. Si spargono per le vigne e c’è sempre il tempo per una battuta, magari piccante, su una delle ragazze che poi risponde a tono. C’è un’atmosfera di festa sotto il sole ancora caldo. Poi il pranzo comune, su una tavolata improvvisata sull’aia, tutti insieme tra risa e scherzi prima di tornare tra le vigne.
A Silvia piace, si trova bene all’aria aperta, in compagnia, non le importa di sudare. La sera è stanca ma serena.
A cena chiacchiera allegramente con lo zio, con la madre, con Maria e i suoi figli. Forse è un po’ imbarazzata guardandoli, pensando alla scena di due settimane prima, ma ora che è lontana nel tempo non la turba più di tanto, anche se vorrebbe non averla mai vista.
L’atmosfera le pare libera e libertina, quasi una zona franca dove tutto è permesso, e così nemmeno si scompone quando tornando in camera per la doccia, in accappatoio, questo le si apre davanti allo zio che sta salendo le scale. Si scambiano le classiche scuse banali e proseguono per la propria strada. Sa di avergli mostrato ciò che non doveva, sicuramente il pube nudo, forse un seno, ma non vi dà più il peso che avrebbe dato prima.
E’ calda quella notte, Silvia è alla finestra, seduta sul davanzale alla ricerca di un po’ d’aria, a guardare un cielo stellato come non si può più vedere dalla città. Alla luce della luna e di due lampadine alte su due pali vede una figura maschile entrare nel fienile. Sorride dentro di se, scommette che ora una figura femminile, sua madre, uscirà dalla casa per raggiungerla. Vince ovviamente.
Torna con la mente a quella scena, alla faccia concentrata di Pia mentre beveva il seme di Alfredo, le labbra chiuse intorno alla sua asta. Ha caldo Silvia, e non è la temperatura. In fretta infila un paio di pantaloncini, una maglietta e scende le scale piano per non far rumore. Si dà della perversa ma ha voglia di rivederli ancora, soprattutto lui, il suo uccello.
Al fienile si accosta alla parete cercando lo spazio tra due assi di legno che le permetta di guardare dentro. Improvvisamente si sente afferrare alle spalle, una mano chiuderle la bocca, una voce le sussurra all’orecchio:
“ssssshhhhhhh, sono io, non gridare o ci sentono”.
E’ la voce di Alfredo. Ma allora chi c’è con sua madre?
Non sa che Alfredo andando a raggiungere la coppia l’ha vista e le si è avvicinato di soppiatto. Non sa nemmeno di star rivivendo la stessa scena di sua madre di poche settimane prima.
Sempre tenendole la mano sulla bocca Alfredo la spinge verso la parete, le fa mettere gli occhi su una fessura e guardare dentro. L’interno è illuminato da una delle lampadine, non bene ma dalla porta entra abbastanza luce per vedere che con Pia c’è Mario.
La sta scopando, lei distesa sul fieno, lui sopra di lei. “anche lui, anche l’altro fratello” pensa Silvia, e si sente rimescolare lo stomaco, la micina. Dietro di se sente l’uccello di Fausto appoggiato tra le natiche. Non sa reagire, neanche quando lui le toglie la mano dalla bocca, nemmeno quando le fa scendere i pantaloncini alla caviglia insieme agli slip. Resta ferma sentendo l’uccello di Alfredo farsi di nuovo avanti, bussare alla porta della vagina, separare le labbra e entrare prepotentemente.
Si sente piena, più che con Fausto. Le pareti della vagina aderiscono come un guanto al pene di Alfredo. Silvia si bagna sempre più. Una parte della mente vorrebbe staccarsi, andarsene, l’altra le fa cercare il contatto con quel pene, spingere indietro le natiche per sentirlo meglio.
Alfredo la scopa così, contro la parete del fienile, aggrappato ai suoi seni da sopra la maglietta. Sente che lei non porta il reggiseno e ha gioco libero con i capezzoli che stringe e tormenta.
Nulla è segreto in quella fattoria, specie se c’è poca discrezione. Emilio e Maria sono affacciati alla finestra a prendere aria, hanno visto prima Pia e Mario entrare nel fienile, poi Silvia e Alfredo fuori. E’ buio ma è facile intuire cosa stanno facendo.
Si guardano coinvolti. Sono ben lontane le remore iniziali di Emilio, gli scrupoli sono spariti in Maria. Poco importa cosa fanno gli altri purché loro siano liberi di fare ciò che vogliono.
Tornano a letto per un secondo round. Emilio mentre scopa Maria pensa alla nipote, al cespuglio nero intravisto nel corridoio. Invidia forse un po’ Alfredo e poi penetra ancora Maria con maggior fervore.
Nell’aia intanto Alfredo e Silvia hanno goduto. Lui si stacca da lei che ansimante nemmeno si volta sentendolo staccarsi. Lui le parla piano:
“Torna a casa ora, oppure resta a guardare, io vado dentro”
Silvia si preoccupa, cosa vuole fare? Forse prendersela col fratello che gli ha rubato l’amante? Resta incollata alla fessura e guarda Alfredo entrare tranquillamente, avvicinarsi alla coppia sul fieno senza che i due abbiano reazioni.
Alfredo li spinge fino a farli girare, lei sopra e Mario sotto. Si masturba un po’ accarezzando le belle natiche di Pia e poi si accosta e la penetra dietro.
Silvia non sa se urlare o svenire. Vede Alfredo inculare sua madre con forza e lei gemere di piacere. La mancata reazione le fa capire che non è la prima volta che quei tre fanno sesso insieme……..ma in quel modo? Silvia non ha mai provato la sodomia, nemmeno fantasticato di doppie penetrazioni. Sente la sua micina prudere di voglia insoddisfatta. Lentamente torna in camera e si concede un ditalino calmante pensando all’uccello di Alfredo che la scopa da dietro.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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